Vito di Battista, con il suo romanzo Il buon uso della distanza (Gallucci, 2023), si aggiudica il Premio Letterario Iannas – Città di Quartu Sant’Elena per la narrativa edita.
Il premio, ideato e diretto da Massimo Granchi e Danilo Mallò, è giunto quest’anno alla terza edizione. La premiazione si è svolta il 13 ottobre a Quartu Sant’Elena, nella città metropolitana di Cagliari, e ha avuto come madrina la scrittrice sarda Cristina Caboni.
La giuria della sezione di narrativa edita è stata presieduta dallo scrittore Romano De Marco e composta da Elisabetta Atzeni (giornalista RAI), Rossana Copez (scrittrice), Mauro Pala (professore ordinario di Critica letteraria e Letterature comparata all’Università di Cagliari), Enrico Frau (presidente dell’associazione culturale “Genti Arrubia” e curatore del Festival della Letteratura del Mediterraneo), Francesco Grasso (scrittore, vincitore della scorsa edizione del premio), Franciscu Sedda (professore associato di Semiotica generale e Semiotica culturale all’Università di Cagliari).

Questa la motivazione della giuria del premio con cui è stato decretato il libro vincitore:
«Il buon uso della distanza è un romanzo che si distacca orgogliosamente e con l’autorevolezza di una solida e originale scrittura da alcune logiche commerciali e narrative nelle quali ristagna spesso il mainstream letterario contemporaneo. Nel perpetuo esordire di Pierre Renard (che richiama alla memoria un quasi omonimo personaggio di Borges) convivono una tragicità e un’ironia che scavano nell’anima e nei più reconditi incubi dell’essere scrittore. Una galleria di personaggi indimenticabili e un intreccio da romanzo ottocentesco conferiscono a quest’opera la forza e l’onestà che la rendono unica e destinata a lasciare il segno».

IL LIBRO:
Parigi, 1976. Pierre Renard ha appena incassato un netto rifiuto per il suo secondo romanzo. Quella stessa sera riceve una lettera da una misteriosa “Madame”, che gli propone un accordo. Tentato dalla curiosità, accetta di scrivere dietro compenso seguendo i suggerimenti della donna, a patto di firmare ogni nuovo libro con uno pseudonimo diverso. I due non dovranno incontrarsi mai, comunicheranno soltanto per corrispondenza e attraverso la mediazione di Colette, l’arguta e saggia tenutaria di una casa di piacere. Pierre riuscirà a guadagnarsi un posto d’onore nella scena editoriale parigina, tra ricatti, favori e manovre di potere, ma la sua vita, nell’ombra, sarà come svuotata: nulla di quanto sta costruendo gli appartiene davvero, neanche l’amore. Finché non deciderà di rompere il gioco della finzione, per ritrovare la verità della sua esistenza: un conturbante intrigo familiare che da Firenze, la sua città natale, si dirama fino alla capitale francese.

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