Descrizione
Matteo ha undici anni e vive in un paesino della provincia spagnola, con una madre con cui ha pochissimo a che fare e un padre pianista in sedia a rotelle che gli dà attenzione solo quando canta con la sua voce che sembra un miracolo, bianca e angelica.
Nella stasi della campagna spagnola, tutto cambia il giorno in cui il padre esce di scena e la madre lo manda a Napoli, dalle cognate, lui pensa in vacanza, quando invece, probabilmente, se ne vuole liberare. Protetto da quelle due zie bizzarre, fissate con la botanica, la musica e i numeri della smorfia, e vegliato dalle ombre del palazzo di famiglia semidiroccato, presto scopre di appartenere alla stirpe del più grande cantante napoletano di fine Seicento, il (semi) castrato Matteuccio.
Dotato di talento per il canto e di un misterioso amore per gli alberi, dei quali è convinto di decrittare il linguaggio e il sesso, si avventura in un viaggio fisico e intimo nel cuore della propria identità.
Il suo obiettivo è abitare un corpo che non consideri più estraneo e sentirsi parte di una nuova famiglia che accetti e condivida il suo cammino, soprattutto se questa famiglia è composta dall’inseparabile amica capoverdiana Elisangela e dai femminielli che popolano le vie del centro storico.
Come in un’opera, alla sua voce fanno coro un gruppo di personaggi in transito tra i mondi sotterranei della camorra napoletana, l’opera barocca e i miraggi di due città unite da una stessa radice: Barcellona Napoli.
Sempre a cavallo tra musica e letteratura, tra la cultura italiana e la spagnola, con un’attenzione estrema alla lingua, Alessio Arena è uno dei grandi narratori del realismo fantastico contemporaneo, capace di legare il tragico partenopeo e la visionarietà latinoamericana.